sabato 3 maggio 2008

J'y suis j'y reste



E anche questa è storia vecchia. Zebda. Un gruppo di Tolosa. In arabo il nome significa burro. E si gioca con la parola beur che indica gli immigrati nord-africani di seconda generazione. Il bel live del 2003 La Tawa contiene anche un DVD, miracolosamente non superfluo, con le riprese di un concerto tenuto a Barcellona, e fa venire voglia di vederli suonare; si chiude grandiosamente con Motives e con il bis. Però dopo il 2003, Magyd Cherfi ha inciso da solista e poco dopo anche i fratelli Amokrane hanno pubblicato un loro disco. Il progetto Zebda è rimasto sospeso, ma non chiuso.
Gli album migliori, oltre al live, sono sicuramente Essence ordinaire del 1998 e Utopie d’occase del 2002. I suoni sono quelli di rock, hip hop, reggae e raï. Impegnato politicamente, questo è un gruppo che merita l’ascolto per la musica e per quello che racconta. Un ragazzo francese mi ha detto che i loro testi gli sembravano stupidi, ma il tizio aveva l’aspetto e i modi di uno che rimpiange Vichy, e non ci ho fatto troppo caso. Poi per dirla con le parole di Cherfi:
et tous ceux qui prenaient la double peine
me disaient tes chansons suffisent à peine
ils me demandaient la langue au chat
qu'est-ce que ça change
quand on appelle un chat, un chat?
On n'est pas des animaux pas des bêtes
on est, on est quoi sur cette planète
on est, on est quand on tourne la tête
bons que pour la défaite

Nessun commento: