venerdì 7 agosto 2009

Zia Mame, di Patrick Dennis

Adelphi pubblica questo piccolo grande gioiello datato 1955. La storia della nascita di "Zia Mame" è quasi più affascinante del libro stesso, aumenta il suo mistero e il suo fascino, e fa sì che il tutto rimanga impresso a lungo, nella mente. In copertina troviamo il nome "Patrick Dennis", e leggendo il libro scopriamo che è proprio il nome del protagonista, un orfano che a 10 anni viene affidato all'eccentrica, istrionica, divina zia Mame Dennis. Quindi, ci diciamo, stiamo leggendo una storia vera. E' quello che pensarono anche nel 1955, ma adesso sappiamo che non è così. Patrick Dennis è forse il più famoso pseudonimo di Edward Everett Tanner III, un personaggio del tutto particolare che durante la sua vita ha scritto le cose più disparate nascondendosi dietro a maschere di volta in volta più ingegnose. Scrive libri firmandosi con nomi diversi, riuscendo addirittura a spacciarsi per una "scrittrice di intrattenimento". In questo senso, "Zia Mame" è il suo trionfo. Per anni i lettori sono stati convinti che da qualche parte Mame esistesse davvero, che fosse davvero così talentuosa, poliedrica, capace di calarsi in ruoli sempre diversi, mondana e splendida. Che poi il tutto sia un'invenzione di Tanner, poco importa, perchè il libro è - alla fine - bellissimo. Rimasto orfano ed affidato alla zia (una zia che - per inciso - viene descritta dal padre defunto come una delle cose peggiori che possano capitare), Patrick scoprirà un mondo completamente nuovo, trovandosi coinvolto in rocambolesche situazioni al seguito di quel ciclone che è la cara Mame. Perchè Mame è tutto fuorchè convenzionale: è esagerata, sopra le righe, egoista, ma anche saggia, affettuosa, e soprattutto dotata di un enorme amore per la vita. Ricalcando un articolo apparso su Selezione - proprio così, la rivista - che parla di personaggi indimenticabili, Patrick ci parlerà del Suo indimenticabile: una zia funambolica, confusionaria, dotata di un fascino irresistibile, insopportabile per le sue manie di protagonismo, per il suo assoluto voler essere al centro della scena, ma proprio per questo irresistibile. Mame non mente, Mame interpreta; può essere la perfetta Donna del Sud, ma anche una cosmopolita newyorkese. E' una signora dell'alta società, ma anche una volontaria che in tempo di guerra cerca di salvare poveri bambini prendendoli sotto le sue ali. In fondo, Patrick è uno spettatore, un comprimario. Mame irrompe nella sua vita, mandandolo in scuole dall'improbabile metodo "nudista", cercandogli la fidanzata, esortandolo, stupendolo, confondendolo, facendo l'unica cosa giusta che si può fare, e cioè prepararlo ad affrontare il mondo. Zia Mame è inarrestabile, c'è sempre ma allo stesso tempo sei tu che segui il suo ritmo, e sei fortunato se riesci a starle dietro. Quello di Dennis-Tanner è un libro spumeggiante, divertente, dal ritmo serrato. Si lascia leggere velocemente, fa sorridere e rende partecipi. Fu rifiutato da diciannove editori; quando alla fine venne pubblicato, vendette due milioni di copie (parliamo del 1955) e rimase per settimane nella classifica dei best-seller. Nel 1958 uscì il film interpretato da Rosalind Russel. Attenzione: non che essere un best-seller faccia di un libro un buon libro (vedi il Teorema di Giordano), ma qui siamo di fronte ad un piatto appetitoso, variopinto, speziato. C'è di che soddisfare anche i palati più esigenti.

"A proposito, ragazzo...". I suoi occhi erano di nuovo due spilli. "Prima di morire tuo padre ti ha mai parlato, o meglio, ti ha mai detto qualcosa di me?"
Siccome Norah mi ripeteva sempre che i bugiardi vanno all'inferno, mi feci coraggio e sputai il rospo: "Solo che eri una persona molto strana e che finire in mano tua era un castigo che non avrebbe augurato neppure a un cane ma che i derelitti non possono fare tanto gli schizzinosi e io altri parenti non ne avevo."
Zia Mame prese fiato, con calma. Poi scandì: "Che bastardo".
Misi mano al taccuino.
"La parola che hai appena sentito, tesoro, è bastardo" disse la zia con una vocina soave. "Si scrive bi-a-esse-ti-a-erre-di-o e per la precisione significa 'il tuo defunto genitore'. Adesso vestiti e andiamo."