lunedì 5 maggio 2008

Amici...



“Gli amici di Eddie Coyle” è stato scritto nel 1970 da George V. Higgins ed è stato portato sul grande schermo tre anni più tardi con un film diretto da Peter Yates e interpretato da Robert Mitchum (per il Dizionario del Cinema di P. Mereghetti: “un piccolo gioiello”). Forse anche a causa della sua versione cinematografica il romanzo è rimasto nell’oscurità per anni, non è bastato che Elmore Leonard o Quentin Tarantino rendessero omaggio in modo più o meno esplicito a Higgins, ci sono voluti l’attento lavoro di redattori e traduttori dell’Einaudi per arrivare finalmente a un’edizione italiana di quello che è un vero capolavoro.
Higgins fa muovere la sua storia solo grazie a un uso straordinario dei dialoghi, le azioni compaiono trasformate dalle parole di chi racconta. L’autore è stato giornalista di cronaca nera e poi procuratore distrettuale a Philadelphia: non poco deve aver pesato nella stesura del romanzo la sua dimestichezza con le interviste, gli interrogatori o le confessioni. Eddie Coyle è un pesce piccolo nel mondo della malavita, e ogni tanto una confidenza alla polizia può servirgli a tenersi a galla, ma quando entreranno in gioco la mafia, le pantere nere e gli agenti federali, gli amici di Eddie chiuderanno i conti. Le ultime righe riportano la storia al suo inizio. Polizia, informatori, arresti, telefonate che avvertono di un contrabbando di armi o che decretano la morte di una persona:
“– Qualcuno muore, qualcuno invecchia, arriva gente nuova e la gente di prima sparisce. Tutti i giorni cambia qualcosa –
– E’ difficile accorgersene, però – disse Clark.
– Davvero, – disse il pubblico ministero. – E’ proprio difficile”.
George V. Higgins, “Gli amici di Eddie Coyle”, ed. or. 1970, pp.176, trad. dall’inglese di L. Conti e L. Pissi, Einaudi, 2005.

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