domenica 11 maggio 2008

Goodbye Stalin



Dopo il film di Cronenberg qui siamo in un altro mondo, per stile, per forza narrativa, ma è comunque un buon romanzo. Un thriller ben costruito. Con ambiente e personaggi raccontati con passione. Dopo la presentazione alla London Book Fair i diritti sono stati venduti in ventidue paesi.
La Russia del 1953, nel periodo della morte di Stalin, è descritta con cura da Tom Rob Smith. Il clima di terrore, dove una parola sbagliata o una semplice inimicizia potevano significare la morte nelle miniere di Kolyma, è un elemento in grado di tenere alta la tensione narrativa. Fidarsi, ma controllare. Il precetto di Stalin crea un incubo quotidiano. La sede dell’MGB alla Lubjanka è il simbolo del terrore da cui la paura viene volontariamente alimentata. In un luogo nel quale nessuno può essere ritenuto un amico è difficile che si sviluppino movimenti controrivoluzionari. Nello straordinario film “Le vite degli altri” viene raccontato questo stesso clima, l’ambientazione, però, è quella di Berlino Est prima e dopo il 1989. Diversi i libri citati al termine del romanzo, testi che hanno aiutato l’autore nella ricostruzione del periodo storico. Una selezione tra cui probabilmente si noterà l’assenza de “I racconti della Kolyma” di Varlav Salamov (Adelphi, 1999).
“Bambino 44” ricorda anche le opere di Martin Cruz Smith, che ritorna in libreria proprio in questi giorni con “Il fantasma di Stalin”. Leo Demidov, il protagonista di “Bambino 44”, compie un percorso di scoperta e di trasformazione personale che dura per l’intero romanzo.Tom Rob Smith unisce alla ricostruzione storica la vicenda di Andrej Romanovič Čikatilo, il mostro di Rostov. Usa elementi della storia personale e giudiziaria di Čikatilo spostandoli negli anni '50 e concentrando i fatti in un arco di tempo minore (al mostro di Rostov furono in realtà attribuiti 53 omicidi commessi tra il 1978 e il 1990). Un romanzo che si legge senza pause, con un’ottima scelta del ritmo. I personaggi riescono a imprimersi nella mente del lettore grazie a una visione complessa dei sentimenti e delle loro emozioni. E’ interessante come l’autore decide di descrivere il rapporto tra Leo e la moglie Raisa. Dove tutto pare un compromesso, l’amore è qualcosa di sfuggente.
In Russia e non solo nel 1953 la criminalità non rientrava nella visione del regime, in un paese comunista “la criminalità non esiste”. Leo Demidov dovrà affrontare più di un ostacolo per arrivare al mostro e alla verità che nasconde. Ridley Scott girerà la trasposizione cinematografica di Child 44, con Richard Price come sceneggiatore (tra le altre cose Price è l’autore di Clockers, portato sullo schermo da Spike Lee, ed è stato collaboratore alla serie della HBO “The Wire” per cui hanno scritto anche Pelecanos e Lehane).
Qualche caduta di stile, alcuni espedienti narrativi ingenui, non minano un racconto teso e affascinante. La reale vicenda di Čikatilo purtroppo è ben più cruda di quella narrata da Smith. L’autore lascia intravedere l’orrore, ma non lo mostra. La realtà è un’altra cosa, questo è un best seller, questo è già un film. E il regista non sarà Cronenberg. Puntiamo sullo sceneggiatore...

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