
Il grandissimo affresco di Harlan’s World, i personaggi, i dialoghi, la logorrea che quasi fa percepire l’uso di meta o altre droghe da parte dei protagonisti creano un mondo realistico in modo estremo. Mai avrei pensato di spingermi tanto lontano. Purtroppo in Italia la science fiction o sf non gode di buona salute e un rapido sguardo agli scaffali delle librerie, anche non di catena, rende chiaro il messaggio: è un genere senza mercato troppo spesso appollaiato di fianco al fantasy come un’appendice inerte.
Come diceva Philip K. Dick: “Il vero protagonista di un romanzo di sf è un’idea. Se si tratta di buona science fiction l’idea è nuova e stimolante e, cosa più importante, mette in moto nella mente del lettore una reazione a catena, una ramificazione di idee: in altre parole comincia a creare. La sf è creativa e ispira la creatività”.
Queste parole famose, scritte pochi mesi prima di morire, sono per me la sintesi di ciò che dovrebbe essere la science fiction o sf o fantascienza. “Woken Furies” (2005) arrivato solo dopo tre anni in Italia, con l’attenta traduzione dell’ormai mitico Vittorio Curtoni, è un brandello di un genere di grandissima potenza, con infinite possibilità di sviluppo. Adattabile a epoche, momenti e movimenti. Ma da noi la terra è arida, le menti dei lettori italiani sono terrorizzate: si chiudono come un guscio di fronte alla pesante critica e devastante evidenza della creazione della science fiction. Sempre Dick diceva che, in ultima analisi, un romanzo di fantascienza è possibile solo grazie alla collaborazione tra autore e lettore. Da noi vende Giordano, mica James G. Ballard: facile capire perché non ci sia domanda. La fantascienza è una nicchia ancora più stretta di quello che si pensa, e gli spazi non hanno, per ora, possibilità di aumentare.Il romanzo di Morgan dosa con giusta misura la costruzione intellettuale e l’azione pura in una sorta di thriller fantascientifico. Come sempre la verità rimarrà l’ultimo vero segreto.
Strabiliante e indispensabile, un romanzo da affiancare a Bay City e Angeli Spezzati nella costruzione di una trilogia perfetta, anche con le sue sbavature, nato attraverso la commistione di fumetti, cinema, space opera e fantascienza sociale, “Il ritorno delle furie” è un affresco grandioso, il migliore dai tempi di “Perdido Street Station” di Miéville. Nei ringraziamenti Morgan non dimentica di citare lo splendido romanzo di Kem Nunn “Tapping the Source” (in Italia: “Surf City”, MeridianoZero), un’ultima pennellata, prima della firma finale.
Nessun commento:
Posta un commento