venerdì 2 gennaio 2009

After Dark di Murakami Haruki

After Dark è la sottile separazione tra fine di un giorno e l’inizio di un altro. Il romanzo di Murakami è costruito per quadri che ricordano il montaggio del fumetto. Le tavole della narrazione sono scandite dalle lancette di un orologio. Un’ora diversa per ogni capitolo e poi, nello strappo finale, per ogni paragrafo. Così uno dopo l’altro entrano in scena personaggi ed ambienti: Mari, Takahashi, Eri, Kaoru e, insieme a un quartiere metropolitano tra la mezzanotte e l’alba, anche la dimensione onirica che sempre accompagna le storie di Murakami. L’altra parte è tante cose: può essere solo la notte, ma può essere il male, il passato, insomma non è possibile dare una connotazione univoca. E “forse non esiste una barriera che separa due mondi. E anche se c’è, forse è una barriera di cartapesta sottile sottile. Che appena fai per appoggiarti, cede e tu ti ritrovi dall’altra parte. O piuttosto, l’altra parte è già riuscita a intrufolarsi zitta zitta dentro di te, ma tu non te ne sei ancora accorto…”.
Sebbene “After Dark” sia un’opera minore, permette nelle dimensioni del romanzo breve (accostabile anche in questo al fumetto) di evocare le sensazioni di un mondo marginale e sospeso, quasi impalpabile e prossimo a scomparire appena si cerchi di analizzarlo.
After Dark” ricalca il titolo di un brano musicale, però ricorda anche “After Hours” di Scorsese. Gli incastri della trama e la sensazione di stupore di fronte alla realtà o al fantastico, sempre intercambiabili, lasciano il sapore di un déjà vu, ricco di simboli e significati, su cui non faremo mai del tutto chiarezza.

Quali che siano le intenzioni di ognuno di noi, veniamo trascinati insieme lungo lo scorrere del tempo alla stessa velocità”.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve, concordo pienamente sul fatto che il contesto simbolico del racconto non sia del tutto chiaro. Però questo secondo me è un lato negativo del racconto: ho finito di leggere il libro ma ancora mi resta il dubbio di non aver capito del tutto la situazione di Eri e del suo passaggio nella camera "virtuale" attraverso il televisore. Secondo me il romanzo potrebbe reggersi benissimo anche senza questo piano parallelo alla realtà...

Enzo Paolo Baranelli ha detto...

Capire tutto in Murakami è impossibile. Almeno credo. Ed è uno dei motivi per cui mi piace. Lasciando da parte la bellezza formale del romanzo, il lato negativo su cui ti soffermi è condivisibile. La vicenda vive nell'altro contesto, non nella stanza di Eri. Però l'autore forse vuole solo (o anche) dire che non è la storia su cui ci concentriamo, l'unico argomento, l'unica versione delle cose. Si ha come l'impressione che sia tutto un modo per concentrare le sfumature della vita dei protagonisti in poche, pochissime pagine. Ciao, E.

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

Ciao se siete appassionati di Murakami (io lo adoro!) vi consiglio un cd di musica jazz, non a caso il genere di musica che ama Murakami, ispirato ai suoi libri....una meraviglia!!! Vi dico solo che ci sono dei brani intitolati dolphin hotel, naoko’s theme, norwegian wood….si intitola APNEA della Abeat Records e i musicisti sono Max De Aloe all’armonica cromatica e Bill Carrothers al piano. Io l’ho trovato per caso alla Ricordi a Milano ma so che lo vendono anche su questo sito /www.jazzandmore.it/ merita davvero!! Ciao e buon ascolto. Sara