giovedì 12 giugno 2008

Io non ricordo di Stefan Merrill Block. Frammenti di genetica, ricordi, amori.

Il codice genetico, avvolto nella sua doppia elica, si apre e viene percorso da un enzima che ne riproduce la sequenza nucleotidica. I denti di questa delicata cerniera possono mutare. Caso e Necessità.

I luoghi in cui ho trovato la felicità sono stati tutti gli spazi incerti, provvisori, al di là della vita com’è e come dovrebbe essere”.

Non credo che lo dimenticherò. Stefan Merrill Block con questo suo primo romanzo riesce a fondere il racconto biografico-familiare, la digressione scientifica e il romanzo di formazione in un’unica opera, perfetta. “Io non ricordo” usa l’Alzheimer ad esordio precoce (in una variante inventata dall’autore) per raccontare la storia di Seth e Abel. Seth, un introverso ragazzo del Texas che cerca di ricostruire il mondo perduto dalla madre colpita dalla malattia. Abel, nella sua fattoria prossima alla demolizione, un vecchio che, invece, ricorda tutto. Le ricerche di Seth si alternano ai ricordi di Abel.
Accanto a questo mondo ce n’è un altro. E vi sono punti in cui si può sconfinare”. Naturalmente i racconti procedono in modo convergente, ma Seth, a cui è affidata anche la cornice che raccoglie l’intera opera, è il personaggio più fragile e coraggioso. Il bildungsroman è deformato dalla malattia, dalle digressioni cliniche: la sua essenza è comunque evidente; quando Seth osserva una goccia d’acqua al microscopio, la scoperta è chiara: “il mio mondo quotidiano, alquanto prevedibile o magari addirittura noioso, si svolgeva sopra la superficie di altri mondi milioni di volte più complessi e, a volte, incomprensibili”.
A legare il racconto familiare, insieme alla storia della malattia e delle persone che ne portano e ne hanno portato il gene, è il mondo magico di Isidora, un mondo che sopravvive nelle fiabe raccontate di generazione in generazione, un luogo in cui nulla si possiede e nulla può esservi sottratto, “un luogo in cui niente veniva ricordato e niente poteva essere perduto”.
Un romanzo che rincorre e fugge i ricordi, e che si confronta con coraggio con il dolore: un esordio unico, senza paragoni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

bello oltre ogni immaginazione!