sabato 7 giugno 2008

22 Dreams di Paul Weller.



22 sogni...
Quando ho chiesto a Roberto (responsabile del reparto musica dove vado di solito) come fosse il disco, mi ha risposto che un suo collega lo aveva definito il White Album di Paul Weller.

Una cosa è certa. Questo è un LP doppio (il CD è singolo, ma non manca una versione deluxe): ventuno canzoni. Il sogno mancante si trova nel breve racconto di Simon Armitage all'interno della colorata e onirica copertina (The missing dream aka Dream #22).

Era dai tempi di "Illumination" che non sentivo Paul Weller cantare con questa emozione nella voce. Il lavoro di scrittura è stato certamente complesso, anche se non mancano i momenti poco riusciti, questi sono solo pause all'interno di un lungo, lungo sogno. La canzone strumentale dedicata ad Alice Coltrane è una piccola perla, dal ritmo ipnotico, con piano e tromba che si inseguono lunga una fitta trama di note.
E il tono cambia spesso, non ci si può annoiare. "Cold Moments" è una riuscita rivisitazione dell'atmosfera delle canzoni di Bobby Womack o Curtis Mayfield.
Graham Coxon collabora a "Black River" (b-side del singolo, scritto insieme a Coxon, "This Old Town" uscito nel 2007). Noel Gallagher appare in "Echoes Round the Sun", un brano ricco di suoni e contaminazioni. Se a volte Weller riprende lo stile di "Illumination", più spesso ci troviamo di fronte a brani inaspettati. Troverete molte gemme in questi sogni... a partire dal ritmo sudamericano di "One night star" al suono del piano notturno e drappeggiato dagli archi di "Lullaby Für Kinder" oppure alla canzone che dà il titolo all'album, sospesa tra Woking e la psichedelia di "I had too much to dream (last night)" (la citazione dagli Electric Prunes è evidente anche nel testo).
22 dreams: da non perdere.

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