domenica 3 maggio 2009

“Cenere d’uomo” di Nicholson Baker

Cenere d’uomo” termina il 31 dicembre del 1941. Baker procede accumulando notizie. Churchill che approva l’uso di bombe a base di gas sulle tribù dell’Iraq (era allora a capo della Royal Air Force). Franklin D. Roosvelt che vuole ridurre il numero delle matricole di origine ebraica a Harvard. L’uso delle fonti, lunghissimo l’elenco finale, è fatto in modo tale da costruire una marcia inesorabile verso la Seconda Guerra mondiale.
In punta di piedi, attraverso il documento e la sua manipolazione per ottenere un racconto, Baker arriva alla non-fiction in veste romanzesca.
Gli Stati Uniti si dimostrano un punto di snodo fondamentale per il loro ruolo su entrambi i fronti, europeo ed asiatico.
Negli anni Trenta gli U.S.A. hanno fornito aerei e tecnologia aeronautica a Inghilterra, Cina, Giappone e Germania.
Gli anni precedenti il pericolo hitleriano erano quelli del pericolo bolscevico e spesso la questione si mescolava al problema ebraico. Non è un mistero che la soluzione di un insediamento di una nazione ebraica in Madagascar o nell’Africa del Sud era stata affrontata sia dagli Stati Uniti, sia dall’Inghilterra. L’insediamento finale fu, per dirla con le brutali parole di un altro romanziere, “l’insediamento nell’atmosfera” (T. Krol, “Gli uomini delfino“).

Nel 1938 il Giappone acquistò in America 29 Lockheed Model 14 e ottenne il permesso di produrne delle versioni modificate. Il Model 14 era un aereo da trasporto, ma costruttori e acquirenti sapevano che quello che meglio avrebbe potuto trasportare sarebbero state bombe. Nel catalogo della Lockheed il Model 14 è definito “un’arma formidabile per una tattica di attacco o di difesa“.
Era il maggio del 1938″.
La cadenza delle date ricorre in ogni paragrafo a segnare il ritmo.
Dopo la Notte dei Cristalli non esistono più scuse. La Kristallnacht rappresenta il punto di svolta attorno al quale si annodano le sorti di più di un continente. Per Goebbels essa servì “per cristallizzare l’antisemitismo tedesco“.
Non fu tanto l’assenza di risposte, quanto l’assenza di volontà a trovarne ciò che segnò in maniera definitiva l’inizio della fine. Quando Franklin Delano Roosvelt impedì al progetto di accogliere profughi ebrei al di sotto dei 14 anni (al di fuori delle normali quote di immigrazione) di realizzarsi “era il 2 giugno del 1938″.

Il Castello di Hartheim fu uno dei luoghi principali di pulizia genetica dell’Aktion T4. Malati di mente uccisi e bruciati. L’abbrutimento del personale era uno dei problemi da affrontare: nuove misure, meno gravose per gli incaricati, saranno studiate dalle SS per risolvere il problema dell’eliminazione di numerosi soggetti durante l’avanzata verso Est. Lo Zyklon B sottoforma di cristalli fu per la prima volta impiegato per eliminare i pidocchi dagli abiti…

Il mondo vive immerso nelle informazioni. E Baker ritaglia frammenti. Centrifuga la Storia in una materia vischiosa. I ritagli di Nicholson Baker acquistano, col procedere della lettura, uno spazio doloroso nella mente del lettore.
Le atrocità sono state raccontate. Altrove. “Cenere d’uomo” è un libro dedicato a chi ha cercato, senza riuscirci, di evitare l’escalation della guerra e di salvare le vite dei profughi e non solo. Non è l’efferatezza dello sterminio, di cui si intravedono gli oscuri inizi, il tema centrale, argomento del libro è tutto il resto.
Baker si fa strada attraverso un complesso e non funzionale elenco di eventi. E’ tutto immerso in un caos apparente. E proprio questa “apparenza” è resa in modo perfetto da Nicholson Baker. Il racconto possiede una forza che è data dalla capacità di scegliere e seguire con un ritmo serrato gli eventi. Dall’offensiva della Royal Air Force in Iraq alle peregrinazioni della famiglia Susser: tutto è importante. Tutti i passi per arrivare di fronte ai cadaveri dilaniati dalle bombe, di fronte alle docce, ai forni. "Il titolo del libro deriva da un’espressione di Franz Halder, un riottoso, ma condiscendente generale di Hitler. Halder, durante un interrogatorio, disse che, quando fu rinchiuso ad Auschwitz, verso la fine della guerra, vide fiocchi di cenere portati dal vento nella sua cella. E li chiamò cenere d’uomo".

Nessun commento: