giovedì 6 novembre 2008

Okkervil River e altri

Con l’ultimo album i Deerhoof (San Francisco) approfondiscono la vena rock e sperimentale degli ultimi lavori. “Offend Maggie” (2008) racchiude tracce dove la voce di Satomi Matsusaki si incolla alla melodia trasformando le parole in un’appendice del suono. Un buon disco.



Da Chicago invece arrivano i Bound Stems, con “The Family Afloat” il gruppo si distacca dal precedente “Appreciation Night” e raggiunge vette inaspettate. Il suono è stupendo anche se, come dice la Pitchfork Review, a volte il tutto è tenuto insieme con il chewing gum.



Ed ecco gli Okkervil River

Non è strano che Uncut, la rivista che ha dato cinque stelle al capolavoro del déjà entendu, ovvero “Stay Positive” degli Hold Steady, sia stata una tra le più avare verso questo album.
Semplice: gli Okkervil River scrivono una musica originale, elegante, di forte impatto con pezzi capaci di trascinare la platea come "Lost Coastlines" e altri più riflessivi come “Pop Lie”.
The Stands Ins” è un vero capolavoro, un album con influenze rock e indie completamente rivisitate. Se il precedente “The Stage Names” era un disco innovativo, qui il gruppo di Will Sheff unisce alla ricchezza dei suoni un’apertura all’ascoltatore che rende il primo approccio più semplice. Lo chiamano southern rock, ma in fondo è solo ottima musica.



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1 commento:

Anonimo ha detto...

interessante, mi chiedevo proprio com'era l'ultimo degli okkervil river, di cui ho amato in particolare Down the river of golden years (ma anche don't fall in love with everyone you see)... vedrò di prenderlo, grazie!

LS