venerdì 22 agosto 2008

Un pregio... (e cento difetti)


Alcune idee divertenti non bastano a fare un buon romanzo. La Scuola Elementare Cavalieri dello Zodiaco, la Foca-Cola, la piazza Pikachu, il reality show San Patrignano: l’universo della pubblicità e della televisione deformato da Marco Lazzarotto è al centro di “Le mie cose”. Collocato in un tempo preciso, come ogni satira, il romanzo nasce già vecchio e superato, probabilmente il mio giudizio è viziato dal fatto che sto leggendo un libro di Richard Ford del 1986 che ha il dono di parlare al lettore di qualsiasi tempo e luogo (si chiama letteratura): “Le mie cose” non ha una scrittura entusiasmante e l’ironia serve a poco quando l’autore non sembra avere altri argomenti. Un pregio: è breve. Ma il problema è che, per quanto breve, in realtà sarebbero bastate quattro pagine per contenere lo straordinario (seh...) umorismo di Lazzarotto, e forse già quattro sarebbero state troppe. Se dovete spendere soldi, compratevi l’album di Angus and Julia Stone, “A book like this”. Stupendo.

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