mercoledì 26 gennaio 2011

Peggior libro del 2010: Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda

La scrittura, infantile, ammorba l’aria; il testo, se presentato come lettura per le scuole medie, avrebbe un senso. Messo insieme alla mole di libri pubblicata, e con cui va paragonata, affonda. Pensate a capolavori come “Let The Great World Spin” di Colum McCann. Il ricatto del volume di Geda, assolutamente non voluto dall’autore, che presumo persona onestissima, sta nel narrare una vicenda dolorosa, di disperazione e redenzione che molti lettori prendono come un assoluto. Il giudizio è apodittico. Le lacune della trama, il fatto di non essere neppure lontanamente un’opera letteraria passano in secondo piano. Non ti piace? Sei un terribile misantropo. Per dire di questi volenterosi lettori di Geda: mi hanno anche insultato, perché non mi era piaciuto il libro. Pesantemente. Sono queste le deviazioni dell’etica che il lettore costantemente esprime con il suo giudizio o con l’acquisto di un volume (non l’ho pagato): la deriva culturale del paese non è imputabile ai vampiri o a Geda o a infreddoliti numeri primi, grava semplicemente sulle spalle degli entusiasti lettori, i volenterosi carnefici della letteratura, e sugli editori che danno spazio a questi aborti e anche ai loro elogi (le riviste sono ugualmente, anzi, doppiamente colpevoli), abdicando a una severità che è spirata almeno una decina d’anni fa. Rimangono pochi, resistenti, a volte inutili occhi a scrutare il deserto.

Per un attimo ritorna la calma, scarto il pacchetto, legato con lo spago, che racchiude la traduzione di Hidden Files di Derek Raymond. Là fuori esistono altre voci, altri mondi, altre menti. Schegge. Affrontare tutto questo orrore “a colpi d’ascia”, ripensando a quando, stupito e quasi commosso, leggevo Bernhard. Un secolo fa, ero al liceo. Tutti erano vivi.

1 commento:

CiammaiC ha detto...

Hai massacrato il libro al punto giusto!
Per la gente che ti insulta è solo questione di conservazione dell'autostima...