mercoledì 23 dicembre 2009

Gelide scene d'inverno di Ann Beattie


Sono tutti così patetici. Cosa sarà? La fine degli anni Sessanta?

Uscito nel 1976, “Gelide scene d’inverno” è il lato romanzesco di Ann Beattie, famosa per le sue short stories. Sono gli anni del minimalismo, anche se l’autrice ricorda meglio i romanzi di Don DeLillo. Ed è a un’impronta minimalista che il libro si rifà: situazioni surreali, dialoghi ora taglienti, ora scombinati. Charles è il protagonista, e Ann Beattie dice “benché non mi senta di affermare che ‘Charles, c’est moi’, Gelide scene d’inverno è probabilmente quanto di più vicino a un’autobiografia mi capiterà di scrivere”.
L’amico Sam, con un lavoro al di sotto delle sue capacità, la sorella Susan, che frequenta il college ed è fidanzata con uno studente di medicina (per Charles è gay, divertente la scena del loro incontro). Beattie mescola il discorso diretto, i pensieri, le descrizioni rapide, persino i sogni che perseguitano Charles, innamorato di Laura (omaggio a Petrarca), la donna perfetta. Siamo nell’epoca del riflusso, a metà degli anni ’70. L’inverno è quello tra il natale del 1974 e il 1975. E’ un’epoca dove stanno scomparendo gli anni della contestazione e ci si avvia verso l’epoca di Reagan e Maggie. “-Cosa fanno oggi i ragazzi?- chiede Pete. -Non tanto- dice Susan -Nessuno fa più niente, o quasi. Secondo me non c’è più neanche tanta droga, all’università-”.
Tutto sta cambiando, anche i biscotti, per esempio gli Hydrox un tempo erano così buoni: “Lo zucchero. Probabilmente li fanno con meno zucchero”. E’ solo una delle tante percezioni dei protagonisti, figli di un’altra epoca. E probabilmente ad alcuni lettori capiterà di incontrare dei punti di contatto. D’altronde, superata una certa età, siamo tutti figli di un’epoca, che sembra scomparire. L’oggi a dettare nuove regole invoglia a rigirarsi nel letto e indugiare. Molti sono pigri come Charles. Non che voglia dire che Charles, c’est moi, non che voglia dire che un po’ non lo sia. Il protagonista trova continue corrispondenze tra la musica che scorre in sottofondo (anche il titolo è preso da un brano musicale) e ciò che accade. Oppure compare il ricordo di scene mai accadute: “Prima era stanco. Ora è stanchissimo”. In tutto il romanzo si sente l’empatia e insieme la distanza dell’autrice dai suoi personaggi. E’un romanzo splendido, ma non grandioso, raccolto intorno alla neve, alla pazzia, all’amore, a un senso di lealtà e amicizia che svanisce sotto i nostri occhi.
-Noi non ci incoraggiamo mai uno con l’altro. Dovresti incoraggiarmi a fare qualcosa - dice Sam. - E’ il 1975 e ti incoraggio a provare la pizza con i peperoni verdi, come piace a me-”.

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