mercoledì 30 aprile 2008

Leonard non gioca a dadi


Certo è un libro di Elmore Leonard. Con un autore del genere vai sul sicuro. Dopo tre pagine puoi già dire che un capolavoro. La struttura di "Mr. Paradise" poi è un riassunto delle qualità dello scrittore. Luogo: Detroit. I riferimenti sono solo funzionali al testo, niente descrizioni. I personaggi: arrivano al lettore attraverso azioni e conversazioni, perché parlano, e parlano parecchio. Per alcuni di loro non è un bene. "Incredibile quanto parlino i criminali. Poi, quando li beccano ci rimangono male". Naturale il paragone con "Gli amici di Eddie Coyle" di George V. Higgins, altro capolavoro di stile (e molto ammirato da Leonard*). "Mr. Paradise" è solo azione e dialoghi (come scrive Wu Ming 1 nella postfazione). Niente abbellimenti, inutili orpelli, pesanti descrizioni. Le citazioni non sono sottolineate. La storia non si può fermare. Queste 227 pagine di Leonard in mano a un altro autore potrebbero quadriplicare. "Mr. Paradise" è ricchissimo di personaggi, situazioni, sfaccettature, eppure tutto è concentrato, o meglio ottenuto per sottrazione. I dialoghi rispettano la regola aurea di Leonard: "If it sounds like writing, I rewrite it". Come nella vita la narrazione segue un ritmo spesso ellittico: se non lo capite, va bene lo stesso, tanto è così e basta. Leonard dovrebbe essere letto (e possibilmente imparato a memoria) da tutti (o quasi) gli scrittori di fantasy. Il succo sarebbe questo: "Uh, ti piacciono i dadi a 24 facce? Strano, perché i dadi che conosco io di facce ne hanno 6, e sono pure truccati. E' ora di svegliarti, ragazzo".


*Alla richiesta di nominare i dieci migliori crime novel della storia, Elmore Leonard ha risposto mettendo "Gli amici di Eddie Coyle" in tutti
e dieci i posti.

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