
Victor Gischler sa usare il linguaggio, calibrando ironia e fascino delle parole: “Mi accesi una sigaretta e aspirai a fondo, soffiando poi nella notte una lunga scia di fumo che restò immobile aspettando di scroccare un passaggio a una folata di vento”.
Cadaveri, intrighi, amore paterno, Gischler riduce le dimensioni dell’ambientazione per concentrarsi sui personaggi, però come nel precedente “Pistol Poets” sceglie di rimanere in Oklahoma, stato in cui ha insegnato, anche se da tempo vive in Louisiana.
Un romanzo breve asciutto che, tolto l’epilogo, si svolge tutto in una notte. Toby Sawyer, l’aiuto sceriffo appunto, in poche ore si lascerà alle spalle, definitivamente, i sogni della gioventù, per entrare nell’età adulta, un romanzo di formazione di poche ore, ma efficace e diretto. Il western di Ed Harris, in versione più ironica, ma non meno pericolosa, unito al noir di Elmore Leonard: la ricetta di Gischler appare semplice e a saper gestire la scrittura dà un risultato straordinario.
NOTA: in libreria dal 26 marzo.
Victor Gischler, “Notte di sangue a Coyote Crossing” (ed. or. 2010), pp. 207, 14 euro, Meridiano Zero, 2011.