martedì 15 marzo 2011

Notte di sangue a Coyote Crossing di Victor Gischler

Una miscela perfetta di western e noir, se ricordate che Leonard ha iniziato scrivendo racconti western, potete capire l’affinità tra i due generi (la raccolta di Leonard è disponibile in edizione Einaudi, tradotta benissimo). “Notte di sangue a Coyote Crossing” è il titolo italiano, più pittoresco dell’originale “The deputy” (L’aiuto sceriffo), e in effetti ci troviamo proprio a Coyote Crossing, Oklahoma: “Da come eravamo fuori mano non prendevano neanche i cellulari. E non c’era copertura satellitare. Era come vivere in un'altra cazzo di dimensione. Chissà perché si erano presi la briga di segnalarci sulle cartine stradali”.
Victor Gischler sa usare il linguaggio, calibrando ironia e fascino delle parole: “Mi accesi una sigaretta e aspirai a fondo, soffiando poi nella notte una lunga scia di fumo che restò immobile aspettando di scroccare un passaggio a una folata di vento”.
Cadaveri, intrighi, amore paterno, Gischler riduce le dimensioni dell’ambientazione per concentrarsi sui personaggi, però come nel precedente “Pistol Poets” sceglie di rimanere in Oklahoma, stato in cui ha insegnato, anche se da tempo vive in Louisiana.
Un romanzo breve asciutto che, tolto l’epilogo, si svolge tutto in una notte. Toby Sawyer, l’aiuto sceriffo appunto, in poche ore si lascerà alle spalle, definitivamente, i sogni della gioventù, per entrare nell’età adulta, un romanzo di formazione di poche ore, ma efficace e diretto. Il western di Ed Harris, in versione più ironica, ma non meno pericolosa, unito al noir di Elmore Leonard: la ricetta di Gischler appare semplice e a saper gestire la scrittura dà un risultato straordinario.
NOTA: in libreria dal 26 marzo.


Victor Gischler, “Notte di sangue a Coyote Crossing” (ed. or. 2010), pp. 207, 14 euro, Meridiano Zero, 2011.