domenica 19 aprile 2009

The Decemberists: The Hazards of Love


Con "The Hazards of Love" prende forma un racconto musicale che sfrutta melodie e testi per condurre l’ascoltatore nell’universo cupo e insieme brillante dei Decemberists. Il gruppo porta alle estreme conseguenze il discorso iniziato con "The Crane Wife". Racconti dell’orrore e di amore, passioni filtrate dal suono della chitarra e dalla voce di Colin Meloy. Come in “Tommy”, l’opera rock è un lavoro bizzarro di cuciture e incastri. Duetti e scene da musical si intervallano all’indie rock classico: il racconto è fiabesco e, come tutte le fiabe, tenebroso. Uno dei migliori dischi ascoltati in questo 2009 e, sicuramente, un raro concept album privo dell’eccessive spigolosità dovute dal maneggiare un’idea: la musica si piega con eleganza ai bisogni del racconto. Qui la passione è padrona.

mercoledì 15 aprile 2009

Un regno in ombra di China Miéville

“…nelle città ci sono milioni di fessure. Io riempio tutti gli spazi intermedi”.

Con il suo primo romanzo ambientato in una Londra di fine secolo (il XX) fatta di spazi grigi e intervalli invisibili, China Miéville inizia a mescolare i generi letterari (mystery, fantasy, mainstream). L’autore si prepara alla grande prova di bravura che sarà poi “Perdido Street Station” (ed. or. 2000), uno dei migliori romanzi degli ultimi anni.
Già il suo esordio “Un regno in ombra” (“The Rat King”, 1998) è un’opera affascinante. Miéville plasma una città dentro la città. Le capacità dell’autore riescono a creare suoni, odori e forme. Quando Saul inizia il suo apprendistato con Re Ratto, il lettore è introdotto in un mondo alternativo. Negli spazi tra le cose, nelle crepe sui muri, nella sbrecciata forma dei mattoni esiste un mondo vicino al nostro, dove il Pifferaio lotta per il potere assoluto, attraverso la musica (drum and bass e jungle trasformate dal suono del flauto). E i mondi si incontrano con Saul, creatura ibrida e punto di congiunzione tra le due realtà. Il romanzo è avventura, gioco, enigma, crescita, ma per prima cosa viene il mondo magico, l’altro, la realtà ulteriore.
Non è la meraviglia dell’idea (sfruttata molte volte dalla fantascienza o dal fantasy), quanto la meravigliosa scrittura di China Miéville a rendere possibile la magia. Il libro vive in questa alternativa architettonica e topografica e porta il lettore ad affrontare un’avventura sotto il cielo di Londra, “un cielo tutto di nuvole, una massa che si spostava veloce e i cui dettagli cambiavano, si modificavano e decomponevano lasciando invariata la totalità”.

mercoledì 8 aprile 2009

La voce del sindaco di Nathaniel Rich


Nathaniel Rich, giovane editor della rivista letteraria "The Paris Review", pubblica un libro che si presenta subito articolato, guizzante, come un pesce che non riesce a stare fermo. La scrittura è fluida e precisa, ridondante ma senza esagerare: Rich conosce la linea che separa la ricchezza espressiva dalla pomposità.
"La voce del sindaco" è un contenitore di storie, che si inseguono, si incrociano, giocano le une con le altre, come bambini in un cortile. Due i filoni principali: uno narra le vicende di Eugene Brentani, giovane figlio di italiani trapiantati in America, una passione per la letteratura e soprattutto per Constance Eakins, scrittore prolifico, visionario, cinico. Eugene lavora per una ditta di traslochi con Alvaro, personaggio quantomai singolare - dalle mirabolanti doti seduttive - che sostiene di aver scritto un meraviglioso romanzo in un linguaggio che nessuno riesce a capire. La vita del giovane cambia quando casualmente entra in contatto con Crisholm, biografo di Eakins e suo grande amico. Da qui si dipana una storia che coinvolge il giovane in un amore folle per la figlia di Crisholm, Alison (ma anche Agata, Sonia, Alice), in un viaggio visionario verso il Nord Italia, in una carambola di avventure tra mito letterario e realtà, tra finzione e autenticità.
Eakins è morto? Eakins esiste? Sulle tracce della figlia di Chrisholm, Eugene troverà lungo la strada individui che sembrano usciti dalle pagine dei libri di Eakins, e forse (ma solo forse) è davvero così. Labirinti che portano verso una conclusione, o un nuovo inizio, solo la nostra immaginazione potrà completare il quadro.
Il secondo filone racconta una grande amicizia, un grande amore, di nuovo un viaggio, una ricerca: il vecchio Schmitz, perduta la moglie, si mette sulle tracce dell'amico Rutherford - vecchio compagno d'armi - partito per l'Italia e forse smarrito nelle nebbie delle trappole mentali.
Due storie senza soluzione di continuità, unite dall'ombra del mito, dall'amore per la scoperta, per le domande.
Inventiva, lucidità, intelligenza: un ottimo mix per affacciarsi sul panorama letterario.
Per chi ne avesse voglia, qui il link al sito di Nathaniel Rich: molto ben fatto, originale e curioso, raccoglie sezioni che contengono le copertine delle opere di Eakins, tracce della sua vita, frammenti, sempre a ricordare quanto sia labile il confine tra vita e letteratura.

"Ogni volta che riveli un segreto a qualcuno" disse Eakins, "una parte di te muore. Uno conosce se' stesso in base ai propri segreti. Se riveli tutto resti vuoto - solo una serie di fatti nella mente di altre persone. Per anni ho rivelato i miei segreti nelle mie opere. A volte direttamente, come nei libri di memorie, e a volte indirettamente, come nelle poesie e nelle opere di narrativa. Rivelo le mie perversioni più oscure, le mie colpe, la mia paura e la mia rabbia, anche se offrono di me un'immagine negativa e irrazionale. Mi stavo lentamente uccidendo..."